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Progetto "Scuola al Cinema: i bambini del terzo millennio"
“JONAH: un film come mappa dei saperi”
Dal film all'ipertesto. Un percorso di rielaborazione multitestuale
realizzato dagli alunni delle classi quinte di Platania e di S.Teodoro.
(Coordinamento Teodolinda Coltellaro)
Ogni film è un testo che si apre ad una molteplicità di itinerari conoscitivi. Il suo tessuto espressivo è caratterizzato dalla interazione di più codici che ne delineano la peculiare struttura comunicativa di linguaggio; così esso si offre, naturalmente, all’analisi, all’approfondimento e alla rielaborazione multidisciplinare e laboratoriale. Insomma,è una tipologia testuale che risponde ad una particolare “geografia conoscitiva” o “mappa”; ossia, esso permette l’irraggiarsi di innumerevoli iter acquisitivi, nella logica dell’apprendimento reticolare che collega e unifica i saperi. Da questa consapevolezza è scaturita la proposta di realizzare, con gli alunni delle classi quinte del Circolo, un percorso di ricerca e sperimentazione educativa che prendesse le mosse da un film, nel caso specifico “Jona che visse nella balena”, per attivare ,attraverso esso, moduli didattici di esplorazione e amplificazione disciplinare, predisponendo i nessi intratestuali necessari alla produzione di un ipertesto informatico. L’esplicazione del tracciato progettuale delineato è andata via via addensandosi di stimoli motivazionali e di proposte operative ulteriori, tali da far germinare negli alunni coinvolti “l’emozione del conoscere e la curiosità del continuare a conoscere”. In questa direzione operativa, la visione del film ha dato origine a questo ipertesto, scandito dai disegni e dai testi prodotti dai bambini delle quinte di Platania e S.Teodoro, che propongono un’originale lettura rielaborativa dei contenuti disciplinari che da esso sono scaturiti. Dal film, dunque, all’ipertesto. Ma perché proprio il film “Jona che visse nella balena”? Perché ,tra quelli appositamente selezionati nell’ambito del progetto “Scuola al cinema: i bambini del terzo millennio”, è stato ritenuto quello più appropriato per facilitare un approccio, immediato ed efficace, alla storia contemporanea; per innescare attraverso esso argomentazioni ed enunciazioni storiche più vicine all’oggi,al nostro vissuto quotidiano; per scoprire i tanti “Jona”, figli delle tante, troppe, guerre che ancor oggi insanguinano il pianeta; per raccontare dei tanti bambini senza identità, vittime di queste guerre; bambini che, forse, non avranno l’opportunità di “uscire dalla pancia della balena” e di avere un futuro, come invece è avvenuto per il piccolo Jona del film di Faenza. (Teodolinda Coltellaro)