Il maggior sollazzo dei ricchi e dei poveri è
quello di raccogliersi ad udire le belle tragude o canzoni, accompagnate
dalla zampogna e dal tamburello che spesso improvvisano sotto le finestre
delle donne amate, o radunandosi di sera specie di festa. La musica e il canto tradizionale sono state in "era pretelevisiva" il divertimento pressoché esclusivo in tutto l'Aspromonte Greco. Con gli anni '50 e '60 fra calamità naturali, emigrazione e spopolamento dei paesi interni ellenofoni a mano a mano la musica tradizionale come forma sociale è andata progressivamente scomparendo. La musica tradizionale ed i suoi strumenti accompagnavano tutte le fasi del ciclo della vita e dell'anno: matrimoni, battesimi (canzoni e sonate a ballu), funerali (lamento funebre) nonché le feste comandate: il Santo patrono, Natale, Capodanno, Pasqua, Carnevale. Tutte le feste private erano inoltre rallegrate dal suono tradizionale costituendo una continua occasione di socializzazione e di divertimento (si veda la voce "La Danza dei Greci di Calabria") legata soprattutto ai momenti di ballo. Permane un tessuto di musicisti e cantori tradizionali e l'Aspromonte ellenofono riserva comunque tutt'ora al visitatore attento, interessato alla musica tradizionale, più di una sorpresa. Rimandando ad altra sede la più complessa analisi sulla cultura musicale dell'area, sul fascino e l'arcaicità del "suono all'antica", possiamo qui di seguito segnalare alcuni degli strumenti della tradizione contadina e pastorale ellenofona.
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Regina incontrastata della musica aspromontana è la zampogna. Della zampogna, strumento principe dell'accompagnamento della canzone tradizionale (in greco Traguda) nell'area grecanica sono presenti due tipi: |
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Caratteristica principale di questo strumento è quello di avere le due canne di canto di eguale lunghezza, da qui la definizione a paru. I bordoni sono tre (basso, medio e acuto) tutti accordati in dominante. L'area della zampogna a paru è estesisissima e va dalla Sicilia Orientale a tutta la Calabria Meridionale. La pezzatura in uso nell'area grecanica era di piccole dimensioni con tonalità oscillanti fra il la ed il sol. |
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Questa zampogna è definita tradizionalmente "a moderna" perché nata probabilmente a cavallo fra XIX e XX secolo. Caratteristica principale è quella di avere le due canne di canto differenziate come lunghezza con il chanter sx quasi il doppio rispetto al chanter dx. Tale peculiarità nasce con ogni probabilità dall'influenza della maestosa zampogna "a chiave" tipica della parte settentrionale della provincia di Reggio e del Catanzarese. I bordoni sono accordati come nella zampogna a chiave (basso in tonica, medio e acuto in dominante). Anche qui le tonalità base oscillano fra sol e la. La zampogna a moderna (come quella a paru) suona preferibilmente accompagnata dal tamburello.Le piccole pezzature scompaiono nella sub-area di Cardeto per essere sostituite da strumenti di dimensioni maggiori e tonalità più grave (ad es. il Fa nella zampogna a paru). |
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Sino al periodo fra le due guerre doppio flauto si utilizzava ancora sia come strumento didattico propedeutico alla zampogna sia come strumento con un proprio autonomo repertorio ed una sua specificità. Per la facile trasportabilità è da sempre simbolicamente legato alla vita pastorale. Attualmente in forte crisi, lo strumento è costruito e (sempre più raramente) suonato dalle generazioni over 70. Nell'area sono presenti due tipi di sulavria o fischiotti: a paru ed alla siciliana. Entrambi differenziati fra loro per scale ed intonazione sono realizzati interamente in canna con precise caratteristiche di stagionatura e di lavorazione. |
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Strumento molto precario e di brevissima durata (in genere un giorno), il flauto di corteccia (frauta) viene realizzato "svitando" la scorza di un pollone giovane di castagno in primavera. Ad una estremità del tubo sonoro si ricaverà successivamente un fischio e con il legno residuo si produrrà un tappo atto a canalizzare l'aria verso il taglio medesimo. Il suono viene modulato sia cambiando la pressione del fiato insufflato sia orientando in diverse posizioni un dito che viene posto sull'unico foro terminale. |
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L'organetto arriva molto recentemente nell'area (come in tutta la Calabria) in un periodo databile fra le due guerre. Rigorosamente nella versione "due bassi" lo strumento, più facile nella manutenzione e senza problemi di accordatura, ha finito per sostituire quasi completamente la zampogna nel repertorio sia della festa sia di accompagnamento al canto. |
Principale percussione in uso nell'area grecanica, questo strumento che appartiene alla famiglia dei tamburi "a cornice" secondo la procedura più arcaica viene costruito utilizzando il cerchio di un setaccio per farina nel quale si ricavano le finestre dove apporre i sonagli di metallo. Sul cerchio, infine, si incolla una pelle di capra che sarà stata appositamente ripulita dal pelo. Azzarinu - Triangolo Oramai veramente raro da vedere nell'uso musicale, il triangolo di ferro percosso con un batacchio anch'esso metallico è sempre stato una percussione molto utilizzata insieme al tamburello sia sulla zampogna che sull'organetto. |
Dove trovare gli strumenti della musica tradizionale grecanica:
Laboratorio Zammàra -Prunella di Melito
Rif. Sergio Di Giorgio e Demetrio Vazzana 0965. 788418
Sergio Di Giorgio e Demetrio Vazzana hanno svolto un pazientissimo lavoro di censimento e documentazione dei centri di costruzione e dei migliori e più antichi modelli di strumenti musicali tradizionali prodotti nell'area fra XIX e XX secolo.
Dove
imparare gli strumenti della musica tradizionale
grecanica:
Megalochòro - Danza Tradizionale in Calabria
Stage di musica e danza tradizionale della Calabria greca - Sede permanente Cataforìo (RC)
Rif. Sergio Di Giorgio 0348.6059610, Giuseppe Crucitti 0965.341213
Dove ascoltare musica grecanica:
Gia dai primi anni '80, sulla spinta del rinnovato interesse per la cultura grecanica, il Comune di Bova promuoveva un festival di musica e canzone ellenofona. La manifestazione della durata di una giornata nel periodo estivo raccoglieva in un modo molto largo dalla musica "leggera" cantata in lingua, al repertorio dei gruppi folcloristici sino alle espressioni folcloriche originali. Già a metà degli anni '80 il festival grecanico viveva una crisi organizzativa e logistica che aveva posto in stallo la manifestazione.
A partire dal 1997 veniva completamente rinnovata la formula passando ad un festival territoriale molto esteso con per tema la musica etnica del Mediterraneo accanto a quella dei greci di Calabria. Questo processo è stato reso possibile anche grazie al concreto intervento dei fondi europei LEADER. Il nome della manifestazione rinnovata è "Palearìza" (L'antica radice). Il festival ha mantenuto, come suo fiore all'occhiello culturale, una serata interamente centrata sulla musica tradizionale, pastorale e contadina, dei greci di Calabria.