"Gàla, Crasì, Alàdi ce Sitàri" (Latte, Vino, Olio e Grano)... una cucina di pastori e contadini

La cucina tradizionale grecanica è spartana, "di montagna" ma non per questo priva di sapore e di gustose sorprese. Sino agli anni '60 prevalevano alcuni elementi base oggi non sempre reperibili. Per il pane ad es. accanto alla farina di grano era in uso quella di segale, di ghianda o di castagna e varie altre farine "minori". Per le paste, il grano talvolta si mescolava all'orzo, alla segale, al granoturco e così via. Fra le carni, un elemento cardine era senz'altro la capra (e la pecora) nonché il maiale. L'allevamento e la trasformazione del maiale nel mondo tradizionale avevano un'importanza centrale che si mantiene tuttora molto forte nella diffusa consuetudine dell'allevamento domestico.

 

Assente il prosciutto (comune in altre aree montane calabresi come la Sila ed il Pollino) la salumeria locale contemplava, e contempla, tutti i possibili derivati: salsicce e soppressate, capicolli, carne in salamoia, sanguinaccio. Ancora oggi, il sacrificio dell'utile animale si accompagna con una festa familiare, la frittolata. Si consumano così, subito dopo la macellazione, le parti deteriorabili (cervella, fegato, polmoni, etc.) e si cuociono a fuoco lento tutte le rimanenze nella tradizionale caldaia per ricavarne cotiche e ciccioli.

Altro elemento di rilievo nell'alimentazione locale sono i formaggi. Li troviamo nelle uniche ma succulente due varianti della ricotta e della formaggetta di mista pecora e capra.

Qui di seguito vi segnaliamo schematicamente alcuni dei piatti tipici della cucina arcaica grecanica.

 

Lestopitta e pitta 'rrustuta

Accanto al pane nell'area grecanica compaiono altre forme minori che rientrano nella grande famiglia delle focacce mediterranee e che avvicinano la Grecìa gastronomica di Calabria alla Grecia.

In primis la lestopitta. Da acqua e farina impastate ma non lievitate si ricava un disco piatto e sottile. Questa pittedda sarà successivamente fritta. Il procedimento rapido di cottura si rispecchia nel nome lestopitta, pitta "veloce".

La pitta 'rrustuta si avvicina maggiormente al pane ed alla pizza. L'impasto, una volta lievitato, è modellato nella classica forma a disco ma non così sottile come avviene per la lestopitta. Dopo di che viene messo a cuocere su una pietra resa incandescente dal fuoco a legna acceso sotto.

Sia le lestopitta che la pitta 'rrustuta costituiscono forme alternative "rapide" del pane.

 

Cordelle

Conosciute in tutta l'area, le cordelle sono un tipo di pasta più rara dei Maccheroni. Una certa difficoltà realizzativa e la sempre maggior rarità della farina di segale (jermanu) suo elemento base le rende un incontro gastronomico non facile.

La scura farina di segale si impasta con uovo e latte e si ricava un unico maccherone sfilato a mano senza buco centrale. La lunga cordicella di pasta si arrotola nella caratteristica forma elicoidale e si lascia asciugare. A cottura ultimata in abbondante acqua le cordelle si condiscono spesso in modo molto semplice: olio, formaggio e pepe nero e/o rosso.

Gnocchi d'Orzo

Tipici di Roghudi, ma conosciuti anche nel resto dell'area, sono gli gnocchi di farina d'orzo e patate. Una volta impastato e sfilato, ogni gnocco viene "rigato" all'esterno utilizzando una tavoletta con intagliate alcune apposite scanalature.

 

Maccarruni

I maccarruni sono la variante locale della pasta casereccia diffusa in tutta la Calabria, conosciuta come "maccherone al ferretto". Secondo il procedimento più all'antica, dall'impasto di acqua e farina si sfilano a mano i maccheroni, uno per uno, utilizzando uno stelo (cànnici) in luogo del ferretto per ricavare il foro centrale di cottura. Una volta cotta, la pasta si condisce rigorosamente con il sugo bianco o rosso della capra in umido.

 
 

Tagghiulini

La loro versione più accattivante è probabilmente con i ceci come si fa a Bova. La pasta di acqua e farina viene spianata e tirata con il matterello sino a quando giunge allo spessore desiderato. Dopo viene arrotolata e tagliata sottilmente ricavando un tagliolino piuttosto esile che ben si armonizza con la gustosa minestra bianca di ceci con cui si accompagna.

Curcudìa

Contrariamente ai luoghi comuni che "confinano" la polenta solo al nord Italia, questo piatto era molto diffuso sull'Aspromonte greco. In particolare la curcudìa è una polenta frammista ai curcuci, la versione locale dei ciccioli di maiale

Carni "minute"

In un'economia nella quale la pastorizia aveva un ruolo di primo piano le carni ovine e caprine avevano un ruolo alimentare altrettanto importante. In particolare la capra, più selvatica e meno grassa della pecora, è l'indiscussa carne per eccellenza della cucina arcaica aspromontana. La principale forma di cottura è quella in umido con esclusivamente la cipolla e l'alloro. Erano anche diffuse alcune forme di cottura oggi quasi scomparse. Particolarmente arcaica la capra (o la pecora) sottoterra. In una fossa si predispone un fondo di sabbia e felci. Su di esso si dispone la carne fatta a pezzi, condita con sale ed aromi e richiusa nelle interiora. Si copre sempre con sabbia e felci e sopra si accende un fuoco per circa dieci, dodici ore.

All'agnello o al capretto si riservava invece un tipo di cottura conosciuta ancora oggi in tutti i Balcani. Il procedimento si definisce "carne in tortiera". Su un letto di braci si dispone una pentola di coccio con dentro le carni predisposte per la cottura. Sul coperchio sovrapposto si stende un ulteriore strato di braci e si lascia cuocere in una sorta di forno a cielo aperto.

Ngute

Fra i dolci tradizionali dell'area grecanica segnaliamo le ngute legate alla ritualità pasquale. Particolari anche nella forma le ngute costituiscono la variante locale del morbido biscotto rituale all'uovo diffuso in Calabria in occasione della Pasqua. Nell'impasto che viene lavorato modellandolo secondo alcune forme tradizionali (fra i temi più ricorrenti compare la croce bizantina) vengono disposte da una a più uova in genere, per motivi magico-rituali, sempre in numero dispari.

 

Dove mangiare esclusivamente cucina tradizionale grecanica:

Agriturismo "il Bergamotto", Amendolèa di Condofùri, 0965.727213

Ass.Cult. "Kum.el.ka" Gallicianò 0965.727151-727091 0347.8153267

Coop. "San Leo", Bova 0347.3046799 0965.762165

 

Leggere sulla cucina grecanica:

Fra gli altri segnaliamo il fondamentale saggio:

Salvino Nucera, "Usi alimentari dei calabrogreci" nel volume Sapori Antichi della Calabria Greca, Giuseppe Pontari Editore, Reggio Calabria, 1996.